HOUSTON\ aise\ - Sono solidi e vitali i vincoli d’amicizia che uniscono Roma e
Washington. Questo è quanto è emerso dalla recente visita del Ministro
italiano Fini a Washington. La visita che costituiva un aggiornamento
dell’incontro precedente di Villa Madama a Roma con il Segretario di Stato
americano signora Condoleezza Rice ha tenuto proprio a sottolineare questo
perfetto rapporto d’amicizia tra Italia e Stati Uniti mettendo da parte ed
archiviando definitivamente la situazione di belligeranza venutasi a creare
nel secondo conflitto mondiale a tal punto che il Ministro Fini ha voluto
fare omaggio all’America riconoscendole il merito d’avere riportato la
democrazia nel bel Paese.
Riguardo al più recente coinvolgimento in Iraq dove i marines americani
giorno dopo giorno fronteggiano le stesse difficoltà e gli stessi pericoli a
fianco dei militari italiani, Fini ha notato con realismo che "la
democrazia non può essere imposta come una dittatura".
Nel loro incontro cordiale e molto aperto ed amichevole il ministro italiano
e la Rice hanno manifestato il comune intento affinché i loro due paesi si
adoperino per raggiungere una pace stabile e duratura non solo in Iraq ma in
tutta l’area mediorientale anche col coinvolgimento della Russia e di tutta
la comunità internazionale e si sono dati appuntamento a Bruxelles dove
parteciperanno entrambi al consiglio della NATO.
Gli eventi di cronaca appena descritti mostrano in conclusione quanto fossero
stati perspicaci e lungimiranti tutti gli storici ed i politici del passato
che avevano visto in un’opposizione antitetica tra est ed ovest lo sviluppo
degli eventi umani per un periodo di tempo considerevole ancora a venire.
L’alleanza fra Italia ed America ma ancora più in generale fra Europa e Stati
Uniti che è un punto fermo ed un caposaldo della realtà attuale ha radici
lontane e che affondano già, probabilmente, nella contrapposizione fra i
Greci ed Alessandro Magno ed i Persiani.
La cultura d’Atene e di Roma portata in America e la contrapposizione
pericolosa per l’umanità determinatasi con la guerra fredda vede adesso la
necessità dello stabilirsi fra gli alleati dell’Occidente una nuova, forte
determinazione comune nel combattere e sconfiggere il nuovo pericolo
costituito dal terrorismo internazionale che minaccia ancora una volta la stabilità
mondiale con il tentativo di agitatori fanatici come Bin Laden di
radicalizzare e di far degenerare in un conflitto di religione quello che è
in effetti il conflitto limitato e regionale fra Israele ed i Palestinesi. Il
mondo civile non può e non deve cadere in questa trappola ed è per questo che
il messaggio di coesione e di forza che viene fuori dai colloqui di
Washington lascia ben sperare in una soluzione sempre possibile. Tra l’Italia
e gli Stati Uniti e più in generale tra gli alleati occidentali non ci sono
incertezze o debolezze e chi minaccia l’Occidente di rappresaglie devastanti
come quella di New York dell’undici settembre farà bene a calcolare
attentamente le sue mosse tenendolo presente. (ro.pucci\aise)
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