09/05/2007
Speciale CGIE
DALLA
PLENARIA IL MINISTRO TREMAGLIA LANCIA L’ALLARME: IL DIRITTO DI VOTO È
IN PERICOLO/ I PARLAMENTARI ELETTI ALL’ESTERO CONTRO SERGIO ROMANO
ROMA\ aise\ - "Il diritto di voto
è in pericolo". A lanciare l’allarme, "apertamente", oggi dal consesso
della Plenaria del Cgie, l’ex Ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko
Tremaglia.
Presente sin da ieri ai lavori del
Consiglio, un appassionato Tremaglia ha salutato questa mattina gli "amici
di sempre" del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero e poi ha ammonito:
"alle forze politiche, tutte, il voto all’estero non piace. C’è
ancora chi pensa "niente tasse, niente voto", dimenticando, dopo le rimesse,
l’indubbio valore dell’indotto che si deve ai 4 milioni di connazionali
all’estero ed ai 60 milioni di loro discendenti".
In effetti in questi ultimi mesi
si è molto parlato di eventuali modifiche alla legge che porta il
nome di Tremaglia, facendo votare "soltanto quelli che lo chiedono" o eliminando
all’estero la possibilità di candidarsi, in sostanza l’elettorato
passivo. "Dopo aver dato il voto, io lo difenderò", ha tuonato oggi
l’ex Ministro, assicurando alla platea dei consiglieri: "sono pronto, con
i fatti".
Viene, infatti, proprio da Tremaglia
la proposta "costruttiva e indispensabile" di istituire una Commissione
bicamerale per gli italiani all’estero, che purtroppo sta incontrando non
poche restistenze. Ecco perché il Ministro ha richiamato la responsabilità
dei eletti all’estero "sia sul piano personale sia sul piano di una più
generale politica degli italiani all’estero" di farsi portavoce in Parlamento
di quella "materia viva che è il sistema dell’Italia all’estero".
Poi, rivolgendosi ai consiglieri
ed al loro Segretario generale, ha invitato a "responsabilizzare i parlamentari
eletti all’estero" e a "lavorare per una effettiva azione di condizionamento
dell’attività governativa, anche in allenza con i Comites".
Non si più pensare, ha ammesso
con un po’ di nostalgia Tremaglia, ad un Cgie "romantico", perché
adesso, ha concluso, "il Cgie è davvero responsabile di una nuova
vita politica" e della "difesa di ciò che per il nostro Paese rappresenta
senza ombra di dubbio una ricchezza".
Le parole di Mirko Tremaglia sono
state accolte e rilanciate anche dai tre eletti all’estero presenti questa
mattina ai lavori della Plenaria. Il primo a prendere la parola è
stato Franco Narducci, arrivato alla Farnesina subito dopo il voto alla
Camera sulla cittadinanza, proprio mentre interveniva Tremaglia.
E come Tremaglia, anche il deputato
della Margherita ha lamentato "gli attacchi ingenerosi" ai quali in questi
mesi anche i parlamentari eletti all’estero hanno dovuto assistere, "purtroppo
anche da chi, come l’Ambasciatore Sergio Romano, dovrebbe essere un conoscitore
dei valori che caratterizzano la realtà degli italiani all’estero".
Ieri, sempre dal Corriere della
Sera, è arrivata l’ennesima stangata, stavolta a firma di Sergio
Rizzo che ha preso di mira non più il voto, bensì gli "ultracentenari"
che ricevono le pensioni all’estero. L’articolo ha scatenato l’ira dell’on.
Mariza Bafile: "ci trattano sempre da morti di fame", ha dichiarato con
indignazione la deputata eletta in Venezuela, prendendo la parola in Assemblea.
L’onorevole diessina ha perciò avanzato una proposta: "che da questa
Assemblea Plenaria esca una lettera di protesta al Corriere della Sera
- che auspico sia firmata da tutti i 18 parlamentari - per la maniera superficiale
con cui è stata trattata la questione, mettendo a repentaglio un
diritto acquisito". E sì, ha concluso Mariza Bafile, "perché
i pensionati all’estero hanno pagato i contributi per avere la pensione!".
Se sul versante "stampa italiana"
permangono resistenze e cliché nei confronti dei connazionali all’estero,
diversa sembra essere la situazione nell’ambiente politico. Per lo meno
secondo Massimo Romagnoli, anch’egli eletto alla Camera dei deputati nelle
file di Forza Italia. "Non penso che il voto all’estero sia in pericolo",
ha dichiarato Romagnoli. "Non era così all’inizio, ma in questi
mesi", ha spiegato, "si è aperto un dialogo con i colleghi in Parlamento
e questo timore è scemato". Di fatto, ha proseguito il deputato
eletto all’estero, "oggi quasi tutti i parlamentari non solo conoscono
meglio la realtà degli italiani all’estero, ma sanno cosa siano
due delle loro più importanti istituzioni, i Comites ed il Cgie,
ed hanno pure compreso quale sia il loro valore in termini di possibile
ritorno elettorale". (r.aronica\aise)
Editrice SOGEDI s.r.l. - Reg. Trib.
Roma n°15771/75