Text Box: Enzo Centofanti risponde all’articolo di Silvana Mangione a proposito della visita del Presidente della Repubblica 

Tornando dalle vacanze ho letto l’articolo di Silvana Mangione a proposito della visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Washington e New York.
Mi piace commentare “sull’Italia costruita da Garibaldi e Mazzini che si è liberate dalla dittatura fascista e dell’occupazione nazista (che bravi Garibaldi e Mazzini)  schierandosi subito al fianco degli Stati Uniti” con i quali esiste  una profonda e solida alleanza. La storia vera dell’Italia ci insegna che le alleanze italiane sono state raramente solide e sopratutto fedeli. 
Dalle guerre di indipendenza durante le quali siamo passati dalla Francia all’Austria, da un Gran Ducato all’altro, a seconda delle circostanze. Dal Regno delle due Sicilie, liberato e annesso all’Italia, che da un regno prospero diventa zona depressa da terzo mondo. Finalmente alla vigilia della prima Guerra Mondiale quando siamo passati dalla Triplice all’Intesa e all’ultima Guerra Mondiale in cui siamo passati dall’Asse all’Alleanza alla quale in verità non siamo stati accettati come “alleati” ma solo come “cooperatori”. 
La storia dell’Italia è stata sempre condizionata da situazioni ambigue e contraddittorie. Gli eroi del CLN che hanno “liberato” l’Italia, da Pertini a Luongo etc. che, senza dovuto processo, hanno condannano a morte Mussolini e l’intera classe dirigente della Repubblica Sociale Italiana. La carneficina da parte dei partigiani che è durata fino al 47 con diecine di migliaia di giovani italiani rei di aver mantenuto fede all’alleanza. 
Questa è storia, cara Silvana. Esempi di alleanza e fedeltà ci sono stati: gli eroici giovani di Curtatone e Montanara, i 300 di Pisacane e i giovani della Repubblica Sociale Italiana che sono andati incontro alla morte in nome della fedeltà e lealtà. Gli allievi di Pertini, Luongo, Parri etc. maturati nel Polit Bureau (D’Alema, Bertinotti, Ingrao, Veltroni, Napolitano) fedeli ai sovietici massacratori di diecine di milioni di contadini, operai, intellettuali della Grande Russia Sovietica sono ora i leaders della campagna per l’abolizione della pena di morte al motto “nessuno tocchi Caino ( a meno che Caino sia un fascista)” Questa è la nostra classe dirigente. La loro conversione sarà credibile solo quando condanneranno gli assassini dei  Caini  della RSI.
Enzo Centofanti, Filadelfia, 21 dicembre 2007