Comitato Tricolore per gli
Italiani nel Mondo
Boston, 30 gennaio 2008 On.
Il governo Prodi è caduto. Quindi, subito alle urne.
La prima
regola democratica prendere atto che il governo non ha più la maggioranza, non è
più legittimato a proseguire nella sua corsa politica, la cosa più logica, la
più opportuna, la cosa estremamente necessaria è quella di ricorrere subito
alle urne. Si è sempre detto che il popolo è sovrano, perchè dovere perdere
altro tempo per verificare nuove formule, o strane alchimie per fare un governo
istituzionale, transitorio, nazionale, balneare, nel tentativo di formare un
governo con le intenzioni di continuare la legislatura sperando di definire una
nuova legge elettorale?
I cittadini
Italiani che risiedono in Italia e quelli all’estero hanno assistito a
sufficienza il teatrino di un governo che non aveva le gambe per correre,
troppo contraddizioni all’interno della stessa maggioranza, perchè mai si
dovrebbe assistere e senza alcuna ragione ad un’agonia artificiale e
soprattutto quando si sono evidenziate ampliamente che non esiste più la
maggioranza del centro-sinistra. Trovo inutile ed ipocrita rivendicare oggi a
distanza di 21 mesi e 15 giorni dal giorno dell’investitura del governo Prodi, che la legge
elettorale era da riformare, anzi il centro-destra ebbe l’iniziativa di fare
osservare l’ingovernabilità ma Prodi ed i suoi collaboratori del
centro-sinistra, non vollero discutere di un possibile governo nazionale con la
partecipazione sia dai partiti del centro-sinistra come quelli del
centro-destra, ovviamente allora era praticabile un discorso serio ed aveva il
vero senso dello Stato.
Perchè quelli
della maggioranza, ovvero quelli del centro-sinistra, nel corso della gestione del governo Prodi, non si sono attivati per
modificare o riformare la vigente legge elettorale? Ora invece, pretendono di
fare una legge in poche settimane? Mi chiedo chi e come si può credere che ciò
possa avvenire in così breve tempo? Sono soltanto modi di dire, e francamente
rende molto difficile credere se pensiamo che il governo appena caduto non è
riuscito a riformare o quanto meno migliorarla in ventuno mesi e mezzo? Cari
Signori politici di entrambi gli schieramenti ora il tempo è scaduto ed è più
giusto e più corretto andare a votare, ma subito.
Forse i
vincitori della competizione elettorale (si potrebbe considerare quasi una
vittoria di Pirro), nella realtà delle cose a Montecitorio
risultò con 24.000 voti in più ottenuti da tutte le forze politiche moderate,
della sinistra e della estrema sinistra, ma è pur vero, che il centro-destra a
Palazzo Madama con una valanga di circa trecentomila voti. Quest’ultimi voti
pesavano a favore dalle forze politiche del governo precedente (2001-2006).
Infatti, i voti del centro-destra, oltre 10 volte superiori a quelli registrati
alla Camera, evidenziavano chiaramente non solo il pareggio, ma l’elettorato
spaccato in due tronconi, sinistra e destra, in bilancia.
Questo possa
bastare per dare un giudizio pacato, onesto e sereno nei confronti
dell’elettorato, che in quelle condizioni nessun governo avrebbe avuto i
presupposti necessari per la stabilità di un governo che intendesse davvero offrire il
servizio al nostro Paese. Ora cari signori politici del centro-sinistra, vi
siete ripiegati su voi stessi, quindi è inutile insistere, il potere non è più
vostro, è più onesto sgomberare il campo ed evitare di
appesantire ancora la situazione dell’Italia che rischia davvero il collasso.
Il precipitare
degli eventi, uno spettacolo oserei dire disgustoso che non ci fa onore, ma
dobbiamo essere consapevoli che queste cose a volte volgono al peggio anche ai
limiti di una tragedia, comunque una vera settimana politica da via crucis: Lo
scandalo dei rifiuti a Napoli che ancora arranca ed è facile intuire che non si
intravede una rapida soluzione, il Presidente del Consiglio della Regione
Campania, agli arresti domiciliari lo stesso giorno, mentre (suo marito) il
ministro (guardasigilli) di Grazia e Giustizia, On Mastella,
impegnato a pronunciare alla Camera un discorso su temi legati ai compiti
istituzionali relativi al suo ministero.
L’immediata
reazione, del ministro di Grazia e Giustizia, On. Clemente Mastella,
accompagnato dall’opportuno spirito di solidarietà che non poteva mancare e non
solo dalla maggioranza, e le inevitabili dimissioni del ministro un atto dovuto
ma soprattutto di coerenza e qualche giorno dopo, il ministro dimissionario
annunciava il ritiro del suo gruppo politico dalla maggioranza del centro-sinistra.
A complicare la vicenda politica la conseguenza e necessaria fiducia richiesta
da Prodi ai rappresentanti dei due rami del Parlamento (Deputati e Senatori
della Repubblica). Esaurite le consultazioni, il Presidente della Repubblica
dovrà decidere se sciogliere il Parlamento o affidare ad un esponente politico
per affidare un eventuale incarico a formare un governo esplorativo o a tempo
nel tentativo che possa essere utile a risolvere le
tematiche di carattere emergenziale.
Ho la
percezione da voci che circolano nel transatlantico,
interpretazioni di esponenti politici della sinistra, che sperano di
scongiurare lo scioglimento delle due camere del parlamento. Signori politici,
esperti in politologia, costituzionalisti, quando si è consapevoli che non c’è
più la maggioranza, bisogna essere coerenti ed osservanti alle regole della
democrazia, andare subito a votare e rifare un nuovo governo. Sulla base di una
serie di consultazioni promossa dal Quirinale, come
da protocollo istituzionale, durata 4 giorni, di intenso lavoro, tutte le
componenti politiche sono consapevoli che l’ultima decisione spetta al
Presidente della Repubblica che gli italiani lo stimano ed hanno piena fiducia
per il suo difficile compito democratico-istituzionale
che dovrà affrontare e decidere se chiudere definitivamente il sipario oppure
fare galleggiare il transatlantico, nella speranza che possa approdare nel
porto tranquillo al tempo stesso non si può negare che la situazione politica
di questi ultimi 21 mesi e 15 giorni, della corrente legislatura, sono la prova
meno positiva verificatosi nell’arco di mezzo secolo
di democrazia era repubblicana.
Il Presidente
della Repubblica giustamente ha chiesto una breve sosta per riflettere con
serenità, comunque come le cose si sono delineate negli ultimi quattro giorni,
gli italiani, quelli che lavorano, quelli che pagano le tasse, quelli che
rispettano le leggi della Repubblica, quelli che operano nel settore
industriale, commerciale, liberi professionisti, purché siano cittadini
italiani residenti in Italia o all’estero, hanno un loro diritto–dovere, ed è anche legittimo
rivendicare un nostro diritto in quanto
tanti milioni di cittadini costituiscono un popolo ed in quanto tale è sovrano,
come recita l’articolo n. 1 della Costituzione.
Credo che non è
errato pensare che la cosa più giusta è andare immediatamente a votare e che
sia il popolo a decidere utilizzando lo strumento dell’esercizio di voto ed
indipendentemente se è una legge elettorale criticata, non voluta e da
riformare, ma è vero osservare che anche nel corso questa sia
pur breve legislatura è mancata la volontà di sostituirla. Queste evidenze sono
prove negative a carico di quello che fu il governo di Prodi. Forse, il governo caduto,
sperava nella fortuna e che l’equilibrismo lo avrebbe accompagnato per l’intera
legislatura? Forzare la fortuna talvolta si rischia, ma non paga.
Quindi, mi sia
acconsentito esprimere la mia opinione ed anche quella del Comitato
Tricolore per gli Italiani nel Mondo,
la cosa migliore è osservare, ascoltare e decidere se i contenuti
del programma di uno degli schieramenti messi in campo
possa
identificarsi al concetto politico desiderato dall’elettore ed andare a votare,
solo così l’Italia continuerà a crescere ed ambire al ruolo di leader delle
nazioni e mantenere sempre vivo un punto d’orientamento con il suo centro unico
al mondo, come fu quello dell’Impero Romano ed il popolo italiano possa continuare nei secoli ad alimentare l’essenza
dell’eccellenza e la saggezza comportamentale che sostenga una politica lineare
e diplomatica, affinché possa sempre trionfare
la giustizia e la pace nel mondo.
Boston, 29
gennaio 2008
On.
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