NOTIZIARIO
INFORM - N. 111- 26 maggio 2005 

ATTIVITA’ PARLAMENTARE

Sì della Camera al decreto-legge sulla ripartizione dei seggi in caso di elezioni anticipate

Voto all’estero: “Dobbiamo giungere ad una situazione perfettamente definita che non lasci dubbi sul funzionamento dei seggi, sul voto per corrispondenza, sugli elenchi e sulle procedure”

ROMA – l’Assemblea di Montecitorio ha approvato la conversione in legge del decreto-legge n. 64/2005. Un provvedimento che reca disposizioni urgenti, solo in caso di elezioni anticipate, circa la ripartizione dei seggi per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Si è reso necessario a causa delle modifiche costituzionali sull’esercizio del voto degli italiani all’estero e l’istituzione della circoscrizione Estero che riducono di dodici deputati e sei senatori il numero dei parlamentari eletti nei collegi nazionali, fermo restando l’obbligo della revisione dei collegi uninominali, in seguito alla pubblicazione dei dati del censimento della popolazione del 2001: obbligo ricordato nel decreto-legge ma sulla cui opportunità, nel corso del dibattito, sono stati più volte espressi dubbi.

L’approvazione è avvenuta pressoché all’unanimità con 411 sì, 2 no e 4 astenuti: ricordiamo che prima dell’emanazione del decreto-legge, trattandosi di materia elettorale (vedi Inform n. 95), il Ministro dell’Interno aveva acquisito il consenso di tutti i gruppi politici. E’ stato introdotto nel decreto-legge un emendamento che ne limita l’efficacia al caso in cui lo scioglimento anticipato delle Camere avvenga entro il 30 settembre prossimo, mentre restano le norme che riducono, nel caso in esame, da 45 a 50 giorni prima delle votazioni il termine ultimo per la pubblicazione dei decreti del Presidente della Repubblica di indizione dei comizi, e da 60 a 50 giorni prima del voto il limite massimo entro cui il Ministero dell’Interno dovrà inviare al Ministero degli Affari Esteri l'elenco provvisorio degli elettori residenti all'estero.

Non tutto è filato liscio, malgrado la quasi unanimità. Oltre alla preoccupazione, da parte di parlamentari dell’opposizione, che si arrivi ad una ridefinizione dei “confini elettorali” politicamente orientata, che tenga cioè conto dei dati freschissimi delle elezioni regionali, è emersa anche la questione dell’esercizio del voto all’estero. E’ stato l’on. Antonio Boccia della Margherita a dire che “non possiamo nutrire dubbi di alcun genere in merito al sistema di voto degli italiani all’estero”, e che “dobbiamo giungere ad una situazione perfettamente definita che non lasci dubbi sul funzionamento dei seggi, sui voti per corrispondenza, sugli elenchi e sulle procedure”.

“Non possiamo correre il rischio – ha aggiunto Boccia avanzando l’ipotesi di una parità dei seggi nazionali per cui risultassero determinanti i risultati dei seggi alla Camera e al Senato attribuiti alla circoscrizione Estero – di scoprire l’esistenza di problemi e difficoltà a procedure avviate, magari durante lo svolgimento delle elezioni quando è più difficile porvi rimedio.”

Il pericolo paventato da Boccia – anche nell’eventualità che non si adempia all’obbligo di revisione dei collegi uninominali – è quello di un contenzioso postumo da parte degli sconfitti che porti addirittura all’annullamento delle elezioni. (Lorenzo Zita-Inform)