FERRETTI
CHIEDE IL CONTRADDITORIO AL FESTIVAL DELL’UNITA’
Con un editoriale su l’Italiano,
il direttore Gian Luigi Ferretti, esorta i Ds a non “suonarsela e
cantarsela da soli” in occasione dell’annunciata discussione sugli italiani
nel mondo ma accettare un civile e democratico contradditorio. Ecco il
testo completo:
Dal 24 agosto al 17 settembre si
terrà la 62ma Festa nazionale dell’Unità nel Parco Nord di
Bologna.
Fra le varie manifestazioni è
prevista anche una discussione dal titolo "Le politiche dell’Italia e degli
italiani nel mondo", moderata da Eugenio Marino, con l’annunciata partecipazione
dell’on. Gino Bucchino, del sen. Claudio Micheloni, del responsabile Italiani
nel Mondo dei Ds, Maurizio Chiocchetti, del segretario generale del Cgie,
Elio Carozza, del segretario Ds in Europa, Michele Schiavone, di Silvia
Bartolini (Consigliere regionale Ds dell’Emilia-Romagna), Vannino Chiti
(Ds, Ministro per i apporti con il Parlamento), Anna Finocchiaro (capogruppo
Ds al Senato) e Marina Sereni (Vicepresidente gruppo Ds alla Camera).
L’appuntamento è per le 10.30
di domenica, 16 settembre, presso la Sala 14 ottobre.
Non vi è dubbio che sia lodevole
l’attenzione che, in questo modo, un grande partito riserva agli italiani
nel mondo e alle loro problematiche. Sarebbe bello che anche gli altri
partiti ne seguissero l’esempio, soprattutto quelli di centrodestra.
Ma, leggendo questa sfilza di relatori,
tutti quanti con la tessera Ds in tasca, mi è venuta in mente un’idea.
Per ragioni anagrafiche ho conosciuto
altri tempi. I giovani d’oggi avrebbero difficoltà ad immaginare
come fosse l’ambiente politico italiano nei primi anni del dopoguerra.
Io posso testimoniare che la lotta politica era dura fra comunisti ed anticomunisti,
ma, fino verso la fine degli anni ’60, quando improvvisamente tutto degenerò
e s’incattivì, c’era fra le opposte fazione una forma di rispetto
reciproco. C’era una sorta di galateo, non scritto e non pronunciato, per
il quale, ad esempio, io, dirigente della Giovane Italia missina venivo
regolarmente invitato ai dibattiti della Fgci (l’organizzazione giovanile
del Pci), dove le mie opinioni, pur avversate, venivano ascoltate e discusse.
E questo nell’Oneglia rossa e partigiana, quella di Alessandro Natta, la
cui casa frequentavo, come compagno di classe della figlia al liceo, senza
che nessuno si scandalizzasse né a destra né a sinistra.
Ricordo i comizi di allora, affollati
da gente entusiasta. Spesso c’era qualcuno fra il pubblico che alzava la
mano e urlava: “chiedo il contradditorio”. Immancabilmente veniva fatto
salire sul palco e gli veniva ceduto il microfono. Ne risultavano gustosissimi
dibattiti, veri, autentici.
Ho nostalgia di quella passione e
di quel rispetto. Certo, ogni tanto qualche scazzottata poteva pure scapparci
perchè il sangue non è acqua, soprattutto a vent’anni. Ma
spesso poi si finiva tutti in pizzeria.
Con questo spirito alzo la mano e
chiedo il contradditorio.
Vedo che, nel corso della festa,
Pierferdinando Casini parteciperà ad un dibattito con il ministro
D’Alema il 5 settembre, mentre il 6 settembre toccherà a Roberto
Maroni e Antonio Bassolino. Non ci sarebbe quindi nulla di male se
anche io potessi civilmente far sentire una voce fuori dal coro, confrontarmi
democraticamente sui temi che mi appassionano e che ho la presunzione
di conoscere bene.
E’ ovvio che i Ds hanno il pieno
diritto di invitare o non invitare chi vogliono a casa loro. Tuttavia sarebbe
un gesto di grande intelligenza, di civiltà e - perchè no?
- coraggio.
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