GLI UOMINI DEI COMITES
Messaggio accorato di un connazionale di Houston

22 Agosto 005 - Nel film denso e controverso del regista francese Jean Delannoy ,“Dio ha bisogno degli uomini“, s' ipotizzava la necessita’ di una presa di responsabilita‘ tale da sconfinare nel sacrilego e nel blasfemo. In mancanza di un vero sacerdote il sacrestano di un’ isola bretone si faceva lui stesso ministro di Dio per venire incontro alle necessita’ degli altri fedeli e, in effetti, anche di Dio che era rimasto privo di un suo intermediario. Senza volermi dilungare sull‘esempio su citato mi viene subito spontaneo notare che nella grande isola dei paesi esteri in cui sono stati abbandonati per lunghi anni tanti Italiani, una rappresentanza delle loro necessita‘ e dei loro interessi era certamente sentita. L’uomo che ha avuto la grande visione di recuperare al nostro Paese il patrimonio culturale sparso ed abbandonato per il mondo e di fare sentire che l’Italia e’ per loro madre e non matrigna e’ stato senza dubbio l’On. Mirko Tremaglia, attuale Ministro per gli Italiani nel Mondo.

Piangere non basta

Ciclicamente e con estenuante monotonia gli Italiani che vivono fuori dall’Italia sono abituati a vedere connazionali e politici rimasti nel “Bel Paese” piangere sulle loro disgrazie. Era tempo, ormai, che a quella che chiamo la “sindrome di Marcinelle” facesse seguito un’opera effettiva di sostegno e di rivalutazione di tutti quei “Fratelli d’Italia” che vivono fuori dai confini della Patria. I COMITES ci hanno dato proprio questo. Adesso, con la loro creazione, anche gli Italiani all’estero hanno una voce e contano.

Sosteniamoli!

Gli uomini dei COMITES, si adoperano tra mille difficolta’ in difesa dei nostri interessi e del nostro sviluppo tenendo in vita un’istituzione che e’ per noi, allo stesso tempo, una imprescindibile rappresentanza politica. Se la nostra opera di sostegno sara’ significativa e mandera’ a Roma un messaggio inequivocabile sulla correttezza della visione dell’On. Tremaglia e dei suoi uomini, allora il sogno diventera’ realta’ e, finalmente, non ci saranno Italiani piu’ eguali degli altri. Un italiano in Canada come in Sud Africa sara’ considerato alla stessa stregua di un italiano che vive a Milano come a Firenze. E’ necessario, quindi, partecipare. Bisogna interessarsi al sostegno di progetti quali il riconoscimento dei titoli scolastici italiani all’estero caldeggiati nel Sud-est degli Stati Uniti dal Presidente Arcobelli. Si deve agire a sostegno dell’opera dei nostri validi rappresentanti dei COMITES dando loro tutto il supporto e tutto l‘incoraggiamento di cui essi hanno bisogno. Solo con la partecipazione alla vita dei COMITES si potra’ sconfiggere l’area del disinteresse politico nazionale ed un vecchio malcostume tutto italiano in base al quale si cerca sempre d’affossare tutto quello che e’ proposto dall’area politica avversaria anche se si tratta di un’idea buona o, forse, proprio per questo. Questa grettezza politica e questa assurda miopia sono indifferenti alle necessita’ degli Italiani che vivono all’estero’ ma non si devono subire supinamente e si possono anzi si devono sconfiggere. Ritengo, per questo motivo, che una partecipazione attiva alla vita dei COMITES, assuma un significato ancora maggiore. Essa ha, in effetti ,un significato morale e fa capire a certi politici che guazzano da tempo nello stagno della politica che e’ arrivato il momento di cambiare ritornando a quello che la politica avrebbe dovuto essere veramente e cioe’ rappresentanza degli interessi dell’elettorato. Tanto dell’elettorato che vive in Italia che di quello che vive all’estero.

Dr. Roberto G. Pucci, Houston, Texas